Il biometano è la soluzione pronta e immediatamente utilizzabile per traguardare un trasporto carbon free. Un esempio virtuoso di economia circolare, 100% Made in Italy: rifiuti e fanghi si trasformano in biometano e bioLNG per l’autotrazione utilizzabili per alimentare i motori delle auto, dei veicoli commerciali e pesanti, con un carburante dalle minori emissioni, arrivando all’azzeramento della CO2 emessa.
Il biometano, non solo è un carburante “green”, ma è anche una soluzione in grado di dare un importante contributo all’economia del nostro Paese in termini di rilancio e sviluppo per il settore agricolo coinvolto, valorizzazione dei rifiuti organici, riduzione della dipendenza energetica dall’estero e sviluppo della filiera corta.
Cos’è il biogas?
Il biogas consiste in una miscela di gas prodotti durante il processo di digestione anaerobica di diversi substrati organici provenienti da rifiuti, liquami, fanghi, scarti dell’agroindustria e in parte colture energetiche. La digestione anaerobica (DA) è un processo di tipo biologico, che avviene in assenza di ossigeno tramite reazioni biochimiche ad opera di specifici batteri. La DA può essere suddivisa in quattro fasi caratterizzate dall’ azione di distinti gruppi di batteri anaerobi:
– idrolisi
– acidogenesi
– acetogenesi
– metanogenesi.
A differenza dell’energia eolica e solare, la produzione di biogas è indipendente dai fattori climatici, e si può pertanto definire una fonte di energia affidabile. Inoltre, il biogas può essere immagaz¬zinato e trasformato in energia in qualsiasi momento.
Cos’è il biometano?
Il biometano è un gas che contiene prevalentemente metano (CH4) ed è prodotto da una fonte rinnovabile: deriva infatti dal biogas sottoposto a processo di “upgrading” (raffinazione e purificazione, ovvero rimozione dell’anidride carbonica, CO2, e tracce di altri gas presenti, o impurità) portando la concentrazione di metano CH4 a valori superiori del 95%.
Come si ottiene?
Per la trasformazione in biometano, il biogas grezzo viene compresso e depurato. Esistono diverse tecnologie di ugrading:
– adsorbimento a pressione oscillante
– lavaggio ad acqua sotto pressione
– lavaggio fisico con solventi organici
– lavaggio chimico
– separazione tramite membrane.
La soluzione più utilizzata oggi, e in continua fase di sviluppo e miglioramento tecnologico, è il sistema a membrane, che sfrutta la diversa solubilità e le diverse velocità di penetrazione delle molecole di gas attraverso membrane polimeriche.
Per ritentato si intende il gas che non riesce a permeare attraverso le membrane (per es. CH4); per permeato si intende il fluido che permea attraverso le stesse (per es. CO2). La selettività delle membrane riesce a separare i diversi gas sfruttando le diverse permeabilità. Rispetto ad altri procedimenti per il trattamento del biogas, quest’ultimo richiede meno energia e non necessita di acqua, ne’ di altri prodotti chimici o ausiliari.
Come si produce?
Le principali materie prime da cui ricavare il biometano sono:
– biomasse agricole (produzioni agricole dedicate, sottoprodotti, scarti agricoli, rifiuti di giardinaggio);
– reflui zootecnici (deiezioni animali);
– rifiuti agroindustriali;
– frazione organica dei rifiuti solido urbani (FORSU);
– reflui di fogna.
Come si trasporta?
Il biometano, restando in forma gassosa, è idoneo alla successiva fase di compressione per l’immissione nella rete dei metanodotti o per il trasporto con i carri bombolai. Passando attraverso un processo di liquefazione si ottiene il bioLNG, ovvero il biometano liquefatto trasportabile per mezzo di cisterne dedicate.
A cosa serve?
Il biometano per autotrazione si usa come carburante per alimentare i veicoli a motore al pari del gas naturale o metano di origine fossile, quindi automobili e veicoli commerciali o pesanti, bifuel o monofuel, sia in forma gassosa che in forma liquefatta.
I vantaggi
– è una fonte energetica rinnovabile e programmabile;
– contribuisce alla riduzione dell’emissione gas serra (azzeramento della CO2 emessa);
– sostiene il rilancio e sviluppo per il settore agricolo coinvolto;
– promuove la valorizzazione energetica dei rifiuti organici;
– ottimo esempio di economia circolare e sostenibilità ambientale;
– permette investimenti per il settore industriale coinvolto nella produzione e realizzazione di impianti biogas/biometano;
– riduzione della dipendenza energetica dall’estero e lo sviluppo della filiera corta;
– è fonte energetica immediatamente disponibile e fruibile attraverso la rete distributiva di gas naturale diffusa, affidabile e consolidata in un mercato già pronto e in espansione;
– è trasportabile, nel caso di eccessiva distanza tra la rete dei metanodotti e gli impianti di produzione di biometano.
Gli incentivi
Il biometano immesso nel mercato dei trasporti è incentivato dal Decreto Interministeriale 2 marzo 2018 tramite il rilascio al produttore di Certificati di immissione in consumo di biocarburanti (CIC),con un valore di €375,00 per ogni 10 GCal di energia. Questo valore rimarrà invariato per i primi 10 anni, di seguito fluttuerà seguendo il mercato.
Le disposizioni del decreto si applicano per impianti che entrano in esercizio entro il 31 dicembre 2022 e nel limite massimo di producibilità ammessa di 1,1 miliardi di Sm³/anno.
Impianti che utilizzano esclusivamente materie di cui alla Tabella 1 del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 23 giugno 2016 (sottoprodotti, reflui, colture dedicate, ecc.), producono biometano avanzato ed hanno diritto alla maggiorazione dell’incentivo (“double counting”), con un valore di €375,00 per ogni 5 GCal di energia.
Per il biometano immesso nella rete di distribuzione è richiesta la garanzia di origine. Questo obbliga i produttori alla certificazione degli impianti ed alla rintracciabilità ed origine certificata delle materie prime utilizzate, al bilancio di massa per la produzione e al calcolo delle emissioni di CO2 risparmiate.
I produttori che immettono in consumo il biometano come carburante in uno o più nuovi impianti di distribuzione in forma di CNG (gas naturale comresso) o LNG (gas naturale liquefatto), hanno diritto al rilascio da parte del GSE di un numero di CIC maggiorato del 20%, fino un massimo del 70% del valore del costo di realizzazione dell’ impianto di distribuzione e un valore massimo di €600.000,00.
I produttori che producono biometano nella forma liquida con un nuovo impianto di liquefazione di biometano, hanno diritto al rilascio da parte del GSE di un numero di CIC maggiorato del 20%, fino un massimo del 70% del valore del costo di realizzazione e un valore massimo di €1.200.000,00.
La mappa dei distributori di biometano in Italia