Biometano per auto? No grazie! Meglio GPL fossile…

Biometano per auto? No grazie! Meglio GPL fossile…

Dal 1° gennaio 2025, per effetto del decreto n. 107 del 16 marzo 2023 – cosiddetto Decreto Biocarburanti, entra in vigore per il metano autotrazione l’obbligo di immettere in consumo una quota crescente di biocarburanti per i trasporti.
Letta così sembra una buona notizia, un buon passo avanti verso la decarbonizzazione voluta da tutti (forse) e imposta dall’Europa.
In realtà, per il settore biometano per auto – che Federmetano promuove e difende dal 1948 – è l’ennesima mazzata!

Non è bastata la tempesta perfetta (dalla quale non siamo ancora usciti) che dall’ottobre 2021 – alimentata dalla guerra Russo-Ucraina – ha fatto lievitare il prezzo del gas fino al 360%.
Non è bastata la scellerata decisione europea, nell’ambito del noto pacchetto “FIT for 55”, che impone la trasformazione del trasporto su strada in elettrico/idrogeno.
Non è bastata la Delibera di ARERA 512/2021/R/GAS per il riassetto dei sistemi di misura del gas sulla rete di trasporto, i cui effetti economici e operativi alla fine si riverseranno – in modo negativo – quasi unicamente sugli 800 punti autotrazione (più di metà della rete) con un aggravio di costi, sanzioni e oneri burocratici.
Non sono serviti a nulla gli infiniti appelli all’emanazione del fantomatico Decreto interministeriale attuativo dell’ormai lontano decreto-legge 76/2020 (art. 62-bis, commi 1 e 2, poi convertito nella Legge 120/2020), oggi trasformato in altrettanto fantomatico Regolamento, che avrebbe dovuto semplificare la vita a utenti e operatori nell’ambito del ricollaudo serbatoi. Ad aprile 2025 arriveremo a 4 anni di inutile attesa!

Da quest’anno, a colpire il settore come un odierno “San Sebastiano”, possiamo aggiungere l’applicazione al metano del decreto n. 107/2023 sull’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti.
Tale decreto prevede che tutti i carburanti per autotrazione contribuiscano ai costi per lo sviluppo e l’introduzione di carburanti bio. Nei fatti, però, sono chiamati a contribuire tutti …… meno il GPL auto!
Da un anno e mezzo evidenziamo l’incredibile anomalia che dal 1° gennaio di quest’anno garantisce al carburante fossile GPL un vantaggio economico che ha tutte le caratteristiche di una deliberata alterazione del libero mercato.
Per quale motivo, a un settore che viaggia a vele spiegate, con livelli di immatricolato e consumi che superano il 10% del mercato contro la storica quota del 5-6% e che è ancora di esclusiva origine fossile è stato garantito questo scorretto vantaggio?
Nessuno ha saputo o voluto spiegarcelo! Anche perché non esiste una spiegazione.
Resta il fatto che il settore biometano per auto, che da poco può vantare il prestigioso traguardo di aver raggiunto la sostituzione totale del carburante fossile con il biometano, oltre a quanto sopra, verrà ulteriormente “premiato” con un intervento volto a renderlo meno competitivo del suo diretto concorrente.
Risultato finale: meno biocarburante venduto, più carburante fossile consumato.

Eppure l’Europa ci chiede l’esatto contrario!!

I dati MASE dei primi 11 mesi 2024 vs. 2023 certificano tutto questo:

Gasolio auto fossile + 1,1%
Benzina auto fossile + 5,2%
GPL auto fossile + 3,5%

Il paese viaggia a vele spiegate verso il consolidamento delle emissioni di CO2! Altro che riduzione del 50% al 2030!

Quale soluzione a questo disastro? Molto semplice: il biometano, che viene prodotto in quantità sempre maggiori, troverà nuova collocazione. Basteranno un paio di navi da crociera nel Mediterraneo, alcune vetrerie, qualche industria di piastrelle e il gioco è fatto!
La preziosa risorsa che potrebbe servire a decarbonizzare a costo zero una parte del settore trasporti, in supporto a un elettrico che stenta a far presa sull’utenza, andrà bruciato in qualche forno di cottura industriale.
Qual è il problema? Il forno industriale, essendo un’installazione fissa, potrebbe benissimo essere alimentato elettricamente senza bisogno di batterie, tallone d’Achille delle auto elettriche, e lasciare il biometano a disposizione di una transizione per la quale non solo il nostro Paese non è pronto, ma sembra anche fare di tutto per complicarsi la vita.

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